Vivere in un episodio di Black Mirror - Italiani divisi tra timore ed entusiasmo

Danila MassaraSenior Research Executive
giugno 07, 2019, 9:37 AM GMT+0

È arrivata da qualche giorno su Netflix la quinta stagione di Black Mirror, la serie TV che racconta i distopici scenari futuri di cui la tecnologia è protagonista.

La serie ritrae una società moderna in un futuro non troppo lontano da oggi, in cui le conseguenze degli avanzamenti tecnologici sono descritti nei loro risvolti più estremi ed inquietanti. Nonostante la vena fantascientifica, ciò che rende Black Mirror così sconvolgente è il suo “realismo”: chiunque abbia guardato almeno un episodio di questa serie potrebbe aver pensato che, in fondo, alcune delle predizioni non sono così inverosimili.

Alcuni episodi non sono infatti lontani dal diventare una realtà, grazie agli sviluppi scientifici e tecnologici a cui assiteremo nei prossimi anni. Una nuova ricerca YouGov esamina le reazioni del pubblico in relazione a delle ipotetiche, ma presto reali, nuove tecnologie.

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Human enhancement che a volte spaventa

Nel 2018 uno scienziato cinese ha annunciato di aver alterato il genoma di due embrioni, disabilitando la via genetica che avrebbe portato le due neonate a contrarre l’AIDS. Mentre la comunità scientifica si è subito mostrata scettica, gli italiani accolgono con entusiasmo la possibilità che in futuro sia possibile modificare il DNA degli embrioni per eliminare le malattie genetiche prima della nascita (66%) con meno di una persona su tre ad ammettere di essere spaventata da questa prospettiva (38%).

Non sono pochi però a pensare che gli sviluppi futuri della scienza e della tecnologia alterino il corso della natura (45%). Atteggiamento evidente quando questi entrano nell’ambito della riproduzione umana. Ad esempio, gli uteri artificiali, che consentiranno di condurre l’intera gravidanza fuori dal corpo delle donne, potrebbero presto essere una realtà: ma se soltanto il 37% degli intervistati è entusiasta nel caso in cui la pratica servirà ad aiutare chi non può avere figli naturalmente, ancora meno (16%) lo sono qualora venisse usata dalle madri per evitare lo stress del parto.

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Quasi 7 persone su 10 pensano che le tecnologie del futuro potrebbero rappresentare un rischio per la privacy delle persone.

Alcuni però sarebbero forse disposti, in certe situazioni, a cedere le proprie informazioni personali. Ad esempio in vista di un obiettivo collettivo: il 64% degli intervistati accoglierebbe con favore un sistema di sorveglianza basato sul riconoscimento facciale, che registrando i volti di tutti i passanti faciliterebbe il rintracciamento di criminali, come quello previsto in occasione dei giochi olimpici di Tokyo del 2020.

Al contrario, se è invece il proprio datore di lavoro a beneficiare di queste informazioni, la situazione si ribalta: il 75% degli italiani non vedrebbe di buon occhio una tecnologia come quella di Amazon, che l’anno scorso ha registrato un brevetto per dei braccialetti che monitorano i movimenti dei lavoratori, in grado di controllare con precisione se le mani dei dipendenti si stanno muovendo nel posto “giusto” durante il lavoro.

Donne più diffidenti verso le nuove tecnologie

Quando si tratta di atteggiamenti verso il futuro della tecnologie, il divario tra i generi è consistente. Gli uomini sono più fiduciosi verso la possibilità che avranno un impatto positivo sulla vita degli esseri umani (46% uomini vs 39% donne), ed in generale tendono a ridimensionarne i rischi, come ad esempio quello della disumanizzazione delle persone (17% degli uomini è in disaccordo, contro il 7% delle donne). In generale, se gli uomini da una parte le considerano indispensabili (44%), le donne si sentono a disagio di fronte ad esse (42%); ma dipendentemente dalle proprie considerazioni personali, il 58% degli italiani crede che siano una conseguenza inevitabile dell'evoluzione umana.

Nota Metodologica

Questo report è stato realizzato utilizzando dati rilevati tramite metodologia Omnibus.
YouGov ha intervistato, in modalità CAWI, un campione di 1013 rispondenti rappresentativi della popolazione Italiana di età 18+.
Il sondaggio è stato condotto su panel proprietario YouGov, dal 4 al 5 Giugno 2019, utilizzando il metodo delle quote.
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Immagine: Netflix