Body shaming: Le vittime lo saranno per sempre?

Danila MassaraSenior Research Executive
ottobre 10, 2019, 9:00 AM GMT+0

Un nuovo sondaggio YouGov mette in luce le esperienze personali degli Europei in merito al Body Shaming

Le persone il cui corpo non corrisponde al canone “ideale” vengono insultate o discriminate - un terzo delle persone in Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia e Spagna ha già provato questa esperienza sulla propria pelle. Nella maggior parte dei casi, essere vittima di Body Shaming non è un caso isolato: tra gli europei che hanno subito delle discriminazioni, il 36% lo è stato più di dieci volte.

Gli italiani sono tra i più “sicuri di sè” in Europa in relazione al proprio aspetto fisico: la maggior parte delle persone dichiara di sentirsi a suo agio con il proprio corpo (59%), posizionandosi al primo posto insieme ai tedeschi.

Nonostante questo, non rinuncerebbero ad interventi migliorativi piccoli o grandi: Il 77% delle persone farebbe ricorso a procedure estetiche minori, come iniezioni di botox (4%) o il tatuaggio delle sopracciglia (6%). Quasi la metà (45%) ricorrerebbe invece almeno ad una procedura invasiva come l’addominoplastica (12%) o la correzione estetica del naso (12%).

La ricerca dell’ideale estetico fisico è molto sentita in Italia, ed ha però risvolti interpersonali negativi. Si parla infatti sempre più spesso di Body Shaming, ovvero l'atto di deridere o discriminare una persona per il suo aspetto fisico, ad esempio esprimendo nei suoi confronti dei giudizi negativi e/o rendendola oggetto di commenti sprezzanti.

Se solo l’8% ammette di aver agito in questo modo almeno una volta nella vita, quasi un terzo (27%) dichiara invece di esserne stata vittima. Nella maggior parte dei casi, l’esperienza è vissuta durante l’infanzia e l’adolescenza (58%), ma gli adulti non ne sono risparmiati (il 22% degli intervistati lo ha subito negli scorsi tre anni, il 14% da adulto ma meno recentemente).

I responsabili sono quasi sempre persone conosciute: l’artefice più frequente è un conoscente o collega (53%), un amico (29%). Ma cosa spinge a prendere di mira le altre persone sulla base del loro aspetto fisico? Secondo gli intervistati, il movente principale è la pressione sociale (36%) – cioè il desiderio di conformarsi al comportamento del gruppo a cui si appartiene, o ancora la mancanza di autostima della persona che deride gli altri (35%).

Esiste una risposta ad un fenomeno sociale così diffuso?

Recentemente è entrato in scena il movimento “Body Positive”, il contrapposto positivo che cerca di bilanciare gli effetti dannosi del Body Shaming, dedicato a chi ha un corpo che non rientra nei canoni pre-definiti della ‘normalità’: la “body positivity” è un movimento sociale che si basa sull’idea secondo cui ognuno dovrebbe accettare il proprio corpo così com’è.

Indipendentemente dall’essere stato vittima di discriminazione sulla base del proprio aspetto, ben il 43% degli italiani si sente condizionato o sotto pressione a causa degli standard di bellezza della società. Ed in un contesto sociale simile, non sorprende che, più che in altri Paesi Europei, un movimento che promuove un messagio costruttivo come quello della Body Positivity sia apprezzato dalla maggior parte delle persone (79% degli italiani vs il 48% della media Europea) e che venga molto sentita la necessità di movimenti sociali e discussioni pubbliche sull’argomento, ritenendo che così il problema del body shaming nella nostra società possa essere significativamente ridotto (67% degli italiani vs il 47% della media Europea).

Informazioni sul sondaggio

Questi dati sono basati su un campione di 9823 persone rappresentativo della popolazione della Danimarca (1039), Germania(2064), Finlandia (1007), Francia (1024), Italia (1030), Norvegia (1008), Svezia(1017) and Spagna(1017), e sono stati raccolti ad Aprile e Maggio 2019 tramite la metodologia Omnibus.