Come varia l’atteggiamento verso il coronavirus nel mondo?

Elisa StevaninSenior Research Executive
febbraio 17, 2020, 4:42 PM GMT+0

I Filippini sentono di avere più familiarità con questa malattia, anche se, come era prevedibile, sono soprattutto gli abitanti della Cina che la percepiscono come una grave minaccia nel loro paese.

Dalla sua scoperta a Dicembre, lo scoppio del 2019-nCoV – più comunemente conosciuto come il coronavirus – ha contagiato più di 45.000 persone in 28 territori. I risultati di un nuovo studio internazionale YouGov, condotto su 27.000 persone in 23 paesi e regioni, mostrano come gli atteggiamenti nei confronti della malattia differiscano in tutto il mondo.

La conoscenza del coronavirus varia da paese a paese

L'epidemia di coronavirus è stata la notizia più significativa a livello internazionale negli ultimi due mesi, ma il livello di conoscenza della malattia non è uniforme nel mondo.

In generale, le persone in Europa e negli Stati Uniti mostrano dei livelli più bassi di conoscenza del disturbo, mentre in Medio Oriente sono più elevati. Ma nell’area dell’Asia Pacifica - la regione più gravemente afflitta - la conoscenza varia molto. I Filippini sembrano particolarmente consapevoli del virus, con il 68% che afferma di conoscere “molto” il virus e un ulteriore 28% che dichiara di conoscerlo “abbastanza”.

Al contrario in Thailandia, solo il 27% riporta di conoscere molto il disturbo e un ulteriore 23% sostiene di conoscerlo abbastanza. In Cina, la fonte dell'epidemia, il 43% afferma di conoscerlo molto e un ulteriore 44% abbastanza. Nelle vicine Hong Kong e Singapore, tuttavia, solo il 21% e il 33% dichiarano di conoscerlo molto e tra il 53% e il 55% abbastanza.

Quanto il coronavirus è percepito come una minaccia? Europei e Americani sono i meno preoccupati

Non sorprende che le persone che abitano in Cina abbiano più probabilità di pensare che il coronavirus sia una minaccia per la salute pubblica nel proprio paese. Tre quarti (77%) lo considera una grave minaccia, con un ulteriore 17% che lo definisce una minaccia moderata. Le persone nelle nazioni Asiatiche e nel Medio Oriente, in sostanza, si sentono maggiormente minacciate dal virus rispetto agli Europei e agli Americani. Nell’Asia Pacifica e nel Medio Oriente, la maggioranza delle persone (dal 58% al 77%) considera il virus una grave minaccia (ad eccezione dell'Australia - 37%). Nei nove paesi Europei esaminati questa cifra varia solo dal 7% al 28%, mentre negli Stati Uniti si attesta al 27%.

Alla domanda su quanto grande sia la minaccia alla salute pubblica in qualsiasi parte del mondo, questo divario tra Europa/Stati Uniti e Asia/Medio Oriente è altrettanto evidente. Inoltre, in quasi tutti i paesi e le regioni intervistate le persone percepiscono il coronavirus come una minaccia maggiore a livello globale che nel proprio paese. Ci sono solo due posti dove non è così: Cina e Hong Kong. Il 69% dei Cinesi vede la malattia come una grave minaccia per qualsiasi parte del mondo ma è il 77% che la vede come una grave minaccia per la propria nazione (quindi il percepito è di otto punti inferiore). A Hong Kong la differenza è dal 71% al 68%.

Per quanto riguarda l’Italia*…

Come avevamo analizzato qualche settimana fa, 1 italiano su 2 dichiara di conoscere molto o abbastanza il coronavirus ed è uno dei paesi analizzati che mostra un livello di conoscenza più basso. Al contrario, l’Italia è il primo paese Europeo per quanto riguarda il percepito di minaccia: il coronavirus viene infatti percepito come una grave minaccia per il mondo dal 44% degli italiani, mentre dal 28% per la propria nazione.

Tra gli italiani, la conoscenza del virus diminuisce all’aumentare dell’età (infatti è più bassa tra chi ha più di 55 anni - 40%). Tra le persone sopra i 45 anni la percezione di minaccia è però più elevata, soprattutto per quanto riguarda la minaccia alla salute pubblica del mondo (84% tra chi ha più di 45 anni contro 73% tra chi ha meno di 45 anni).

*I dati in Italia sono stati raccolti tra il 4 e il 5 di Febbraio, e potrebbero quindi essere stati influenzati dai seguenti eventi (Fonte: Open):

31/01: confermati i primi due casi di coronavirus in Italia: una coppia di turisti Cinesi viene ricoverata all’ospedale Spallanzani

02/02: il coronavirus viene isolato dai medici dell’ospedale Spallanzani

03/02: gli italiani che si trovavano a Wuhan, in Cina, vengono rimpatriati (eccetto un ragazzo che poi risulterà negativo al test)

04/02: le condizioni di salute della coppia di turisti Cinesi ricoverata all’ospedale Spallanzani si aggravano

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