Tensioni Russia-Ucraina: Italiani tra i meno propensi in Europa a soluzione militare

Luca Mapelli
febbraio 01, 2022, 4:57 PM GMT+0

Mentre le tensioni al confine tra Russia e Ucraina sono andate crescendo nel corso degli ultimi mesi, YouGov ha approfondito la percezione del contesto geopolitico tra i cittadini statunitensi ed europei, attraverso il monitoraggio Eurotrack sul proprio panel proprietario.

La percezione della minaccia

Nella maggior parte dei Paesi occidentali, l’eventualità di un’invasione russa dell’Ucraina è percepita come realistica nei prossimi due anni. I più allarmati sono gli Statunitensi, il 62% dei quali ritiene questo scenario “molto” o “abbastanza” probabile, seguiti dagli Svedesi, al 58%, e dai Danesi (53%). Controcorrente gli Italiani: solo una minoranza lo ritiene probabile (40%), e addirittura la quota di chi ritiene un’invasione russa “molto” probabile si ferma al 9%.

Non sorprende che i Paesi più propensi a ritenere probabile un’invasione siano anche i più inclini a considerare la Russia una minaccia per sé stessi: il 61% degli Svedesi, il 58% degli Statunitensi, il 57% dei Britannici e il 47% dei Danesi considerano la Russia una minaccia per il proprio Paese. La percezione del pericolo è correlata alla vicinanza geofrafica alla Russia, con la quale Svedesi, Danesi e Statunitensi condividono una finestra sul Baltico o sul Mare di Bering. L’opposto è vero per i Paesi più lontani, quali Spagna e Italia: solo un quarto degli Italiani considera la Russia una minaccia, nove punti in meno rispetto a chi considera la Cina una minaccia (34%).

Italia tra i Paesi meno propensi alla difesa militare

Nel caso di un’invasione russa, il proprio Paese dovrebbe essere pronto a intervenire militarmente a sostegno dell’Ucraina? Statunitensi e Danesi sono i più propensi a fornire una risposta affermativa: il 35% dei rispondenti americani e il 38% di quelli scandinavi pensano che il loro Paese dovrebbe essere pronto a questa opzione, contro il 28% e il 29% che vi si oppone, rispettivamente. Il Regno Unito è invece diviso: il 30% vorrebbe aperta l’opzione militare, il 32% no.

Una chiusura più decisa all’aiuto militare diretto viene dal resto dell’Europa Occidentale, con Italiani e Tedeschi particolarmente contrari: solo il 21% degli Italiani e il 23% dei Tedeschi pensa che il proprio Paese dovrebbe intervenire militarmente a sostegno dell’Ucraina nell’eventualità di un’aggressione; per contro, per il 40% degli Italiani e il 52% dei Tedeschi questa opzione non è sul tavolo.

Italia: e se la minaccia fosse più vicina?

Forse può non sorprendere che tra gli Italiani ci sia poca apertura ad un intervento militare per difendere l’Ucraina, un Paese che non fa parte dell’Unione europea e non è membro della NATO. Tuttavia, un atteggiamento simile permane anche nell’ipotetica eventualità di un’attacco a Paesi che condividono con noi l’appartenenza all’Unione europea e al Patto Atlantico: Polonia e Lettonia. Certo, l’eventualità di un attacco a questi Paesi è percepita come abbastanza remota: solo il 21% lo ritiene probabile per la Lettonia e il 16% per la Polonia. Tuttavia, la propensione all’invio di militari italiani a difesa del Paese rimane inferiore a un quarto dei rispondenti.

Partiti italiani e Russia: non è più la Guerra Fredda

Nel contesto italiano, i partiti meno interventisti e meno atlantisti sono spesso stati associati all’area politica a sinistra del centro. Tuttavia, nel contesto delle recenti tensioni, gli elettori di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico si mostrano tendenzialmente più duri nei confronti della Russia rispetto a chi alle ultime Politiche ha votato Lega o Forza Italia, pur con una predisposizione alla soluzione militare che rimane minoritaria.

Nota Metodologica

Questo report è stato realizzato utilizzando dati rilevati tramite metodologia Eurotrack.

YouGov ha intervistato, in modalità CAWI, un campione di 1695 Britannici, 1206 Francesi, 2065 Tedeschi, 1025 Danesi, 1006 Svedesi, 1053 Spagnoli, 1015 Italiani e 1000 Statunitensi rappresentativi delle rispettive popolazioni nazionali.

Le interviste sono state effettuate tra il 12 e il 26 gennaio 2022.

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