Percezioni e seguito del calcio femminile in Italia

Luca Mapelli
settembre 15, 2022, 3:22 PM GMT+0

A poche settimane dalla conclusione degli Europei Femminili 2022 e con la stagione di Serie A appena ricominciata, YouGov ha voluto indagare l’atteggiamento degli italiani nei confronti dello sport femminile, e del calcio in particolare. Ne emerge un quadro che mostra un divario ampio tra la disciplina maschile e quella femminile, con una serie di fattori che contribuiscono a questa istantanea.

Sport maschile e femminile in generale

Lo sport maschile è ad oggi più seguito di quello femminile. Gli italiani che dichiarano di aver visto in tv almeno un evento sportivo femminile negli ultimi 12 mesi sono il 59% del totale, contro il 77% che dichiara di aver visto almeno un evento sportivo maschile. Questo divario è quasi interamente imputabile agli spettatori uomini: se il 60% delle donne ha guardato almeno un evento sportivo femminile in tv nell’ultimo anno, e il 67% almeno uno maschile, per gli uomini le percentuali sono 57% e 88%, rispettivamente, con un gap di oltre 30 punti percentuali.

Non tutti gli sport, tuttavia, mostrano un gap tra gli spettatori della disciplina maschile e il suo equivalente femminile. Il nuoto femminile, per esempio, è seguito dal 33% della popolazione, esattamente come il nuoto maschile. Un simile discorso vale per la pallavolo, di cui il 22% ha visto almeno un evento femminile nell’ultimo anno, contro il 20% della variante maschile. Anche nel caso dell’atletica, il gap rimane contenuto: 32% per l’atletica maschile, 28% per quella femminile.

E’ proprio lo sport più seguito d’Italia, tuttavia, a mostrare la forbice più ampia tra disciplina maschile e femminile: il 57% dichiara di aver visto almeno una partita di calcio maschile nell’ultimo anno, contro solo il 22% che ha visto almeno un match femminile. E sia gli uomini che le donne hanno guardato in percentuali molto maggiori il calcio maschile rispetto a quello femminile: 68% a 28% per gli uomini, 47% a 17% per le donne.

Il divario tra la disciplina sportiva tra i diversi sessi è ancora più eclatante quando si parla di eventi per assistere ai quali i rispondenti hanno pagato nel corso degli ultimi 12 mesi: se un terzo (32%) ha pagato per assistere a un evento sportivo maschile dal vivo, meno di uno su dieci (8%) ha fatto altrettanto per un evento femminile.

Ancora una volta, è il calcio a guidare il divario, con il 22% dei rispondenti che ha assistito dal vivo a una partita maschile a pagamento, contro il 2% che ha fatto altrettanto per una partita femminile.

Calcio: uno sport che resta primariamente maschile

Una volta che entriamo nel dettaglio del mondo del pallone, si evidenzia come tutte le principali competizioni calcistiche maschili vantino un livello di interesse nettamente superiore alle loro varianti femminili: il 52% degli italiani è almeno parzialmente interessato al campionato di Serie A maschile, contro il 19% che mostra interesse per la Serie A femminile; simile gap per la Champions League, che raccoglie l’interesse del 47% nella sua versione maschile e del 17% per quella femminile. Un interesse un po’ più bilanciato si mostra per le competizioni a livello nazionale, quali i Mondiali di Calcio, dove il campionato femminile si guadagna l’interesse di oltre un quarto degli italiani (27%), comunque ancora la metà dei Mondiali maschili, al 56%.

Inoltre, non si coglie un progresso netto nella rilevanza del calcio femminile in termini di spettatori dei principali eventi nel corso degli ultimi anni. Il 25% dei rispondenti ricorda di aver guardato almeno una partita dei Mondiali di Calcio femminili del 2019, un numero simile al 27% che ha guardato almeno un match degli Europei femminili 2022. Per contro, il 61% ricorda di aver guardato almeno una partita dei Mondiali maschili 2018, cifra identica a quella degli Europei 2020, torneo di caratura inferiore ma che ha visto l’Italia presente e vincente.

E, se è vero che gli uomini guidano il trend in quanto principali consumatori di calcio, le donne mostrano la stessa tendenza, evidenziando un seguito nettamente superiore per i tornei maschili rispetto a quelli femminili.

Non sorprende, quindi, che, se il 34% dei rispondenti si ricorda che fu la Francia a trionfare nei Mondiali maschili 2018 e il 57% sa che fu l’Italia a vincere gli Europei di Inghilterra 2020, solo il 12% indica gli Stati Uniti come vincitori dei Mondiali femminili 2019, e solo il 19% sa che l’Inghilterra ha trionfato negli Europei femminili 2022 appena conclusi

La awareness dei calciatori e delle calciatrici, spesso veri e propri brand del calcio moderno, mostra un quadro simile: tra dieci dei più noti calciatori in Italia e nel mondo, solo il 5% dei rispondenti dice di non conoscerne nessuno, e ai primi posti troviamo personaggi come Cristiano Ronaldo, Lionel Messi e Zlatan Ibrahimovic con livelli di notorietà pressoché assoluti. D’altra parte, se si parla di calciatrici, le più note sono quelle della nostra Nazionale, quali Valentina Bergamaschi, Sara Gama e Laura Giuliani, che però si fermano a circa un quarto dei rispondenti; giocatrici di livello internazionale quali Marta Vieira Da Silva, Alex Morgan e Megan Rapinoe sono note solo a uno su dieci, e il 55% dei rispondenti non ne conosce nessuna.

Insomma, allo stato attuale il gap tra calcio maschile e femminile permane e negli ultimi anni il progresso di quest’ultimo sembra procedere lentamente. Ma qual è la prospettiva futura? Gli italiani sarebbero disposti a pagare per assistere a una partita di calcio femminile dal vivo?

Circa un quarto dei rispondenti risponde in maniera affermativa, ma ci sono dei distinguo: solo il 3% pagherebbe un prezzo superiore all’equivalente partita maschile, mentre il 15% lo farebbe allo stesso prezzo di un equivalente match maschile, e il 7% solo a un prezzo inferiore. C’è poi un 16% di rispondenti che non pagherebbe per vedere una partita di calcio femminile, e un rilevante 43% che non pagherebbe per vedere una partita di calcio di nessun tipo.

Cosa pensano gli italiani dello stato del calcio femminile?

Alcuni motivi per i quali il calcio femminile è “indietro” rispetto a quello maschile vengono evidenziati dall’accordo dei rispondenti con una serie di affermazioni. Un punto riguarda il livello agonistico, reale o percepito, della disciplina: 49% degli intervistati concorda che il calcio maschile abbia “un livello superiore rispetto a quello femminile”, contro il 39% che si dice in disaccordo; questa opinione è decisamente più diffusa tra gli uomini, con il 64% che ritiene il calcio maschile superiore, contro il 35% delle donne. Inoltre, la maggioranza pensa che, in quanto sport seguito soprattutto dagli uomini, il calcio è di conseguenza più seguito nella sua variante maschile (56% d’accordo, 34% in disaccordo) e si tende a oggettificare le calciatrici al di là delle loro capacità individuali (il 53% è d’accordo, il 32% in disaccordo).

Le condizioni attuali non sono immutabili. Secondo il 53% dei rispondenti, se il calcio femminile avesse la stessa copertura mediatica di quello maschile, sarebbe seguito allo stesso modo. Sempre per il 53%, se più bambine si appassionassero al calcio, tra 20 anni calcio maschile e femminile godrebbero dello stesso livello di notorietà e livello agonistico. E, con il tema degli stipendi sportivi spesso citato come un fattore rilevante nel magnificare il divario tra uomini e donne, è importante notare che il 68% dei rispondenti pensa che le federazioni nazionali di calcio dovrebbero pagare atleti maschili e femminili allo stesso modo, con solo il 21% che si oppone; questa percentuale sale al 78% tra le donne.

Come si stanno comportando le squadre italiane?

Tra le squadre di Serie A, la Juventus viene ritenuta nettamente la società che ha la migliore squadra di calcio femminile: pensa così il 24% degli intervistati, mettendola davanti a Milan e Inter. E’ anche da notare che il 58% dei rispondenti non saprebbe fornire una risposta, percentuale che sale al 71% proprio tra le donne.

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Nota Metodologica

Questo report è stato realizzato utilizzando dati rilevati tramite metodologia Omnibus con rappresentatività politica.

YouGov ha intervistato, in modalità CAWI, un campione di 1055 rispondenti, appartenenti al panel proprietario YouGov e rappresentativi della popolazione italiana di età 18+.

Il sondaggio è stato condotto dal 18 al 19 agosto 2022.

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