A fine anno, ci piace riassumere le tendenze globali e gli insight che abbiamo raccolto nei settori dei beni di largo consumo e retail. Per il 2023, abbiamo individuato tre temi principali: la cautela rispetto al costo della vita, la disillusione digitale e lo scetticismo nei confronti della sostenibilità.
Cautela rispetto al costo della vita: dove sono più sensibili ai prezzi i clienti?
Nel 2023, i consumatori di tutto il mondo hanno avvertito il peso dell’inflazione. A gennaio, la metà degli intervistati a livello globale (50%) ha segnalato un calo del proprio reddito disponibile rispetto al 2022. Una percentuale ancora maggiore (62%) è preoccupata per l’impatto dell’inflazione sulle proprie spese del prossimo anno. Questo fenomeno ha colpito in modo particolare la Gran Bretagna, dove il 62% delle persone ha visto diminuire il proprio reddito disponibile, mentre ha penalizzato meno l’India (40%) e Hong Kong (39%).
Consulta il white paper 2023 di YouGov “Il cambiamento delle abitudini di acquisto durante la crisi del costo della vita”
In risposta alle preoccupazioni relative all’inflazione, la maggior parte dei consumatori (63%) ha previsto di tagliare le spese domestiche nel 2023, oltre a mettere in atto un maggior numero di tattiche di acquisto volte al risparmio rispetto all’anno precedente. Con i consumatori pronti a passare a prodotti alternativi più economici e ad andare a caccia di saldi, i marchi orientati al valore hanno avuto molte opportunità di crescita.
Sebbene si registrino tempi difficili un po’ ovunque, i consumatori tendono a essere molto più attenti ad alcuni tipi di prodotti al dettaglio rispetto ad altri. In vista del 2023, YouGov ha chiesto ai consumatori dove sono stati più attenti ai prezzi, ovvero se sono consapevoli delle variazioni di prezzo e se reagiscono agli aumenti andando alla ricerca di offerte migliori, scegliendo prodotti più convenienti o rinunciando del tutto a un prodotto.
I prezzi dei generi alimentari sono la categoria di prodotti più sensibile ai prezzi, con il 55% degli intervistati che dichiara di fare attenzione al prezzo quando si tratta di alimenti. Eppure, nonostante i tentativi di controllare la spesa alimentare, quasi la metà dei consumatori (46%) prevedeva di spendere di più per i generi alimentari nell’ultima metà del 2023 rispetto alla prima.
I consumatori tengono anche sotto stretta osservazione i prezzi di abbigliamento e scarpe, con il 35% pronto a cercare offerte più vantaggiose o a continuare a indossare i modelli della scorsa stagione in caso di aumento dei prezzi.
Anche i produttori e rivenditori di prodotti per la salute e la bellezza dovrebbero prestare attenzione. Un quinto dei consumatori globali dichiara di essere attento al prezzo dei farmaci e prodotti sanitari (20%) e dei cosmetici e prodotti di bellezza (18%). Chi vende prodotti di bellezza e cosmetici ha clienti particolarmente sensibili ai costi in Polonia (32%), Indonesia (27%) e India (26%). I consumatori statunitensi (10%) e britannici (12%) sono meno attenti al prezzo in questa categoria.
Molti dei dati di YouGov analizzano il modo in cui i consumatori ridurranno i costi, ma certamente vorranno anche concedersi qualche coccola. Quando decidono di acquistare prodotti di lusso, è più probabile che si tratti di abbigliamento (31%) o di prodotti alimentari (30%).
Disincanto digitale: ambivalenza nei confronti di un futuro online
Il secondo tema principale del 2023 è l’atteggiamento ambivalente dei consumatori verso la tecnologia. Negli ultimi due decenni, il commercio online si è trasformato da un fugace luccichio negli occhi di Jeff Bezos a una supernova della vendita al dettaglio; e tuttavia, il mix multicanale potrebbe essere in via di chiarimento. Nel 2023, un numero maggiore di clienti ha espresso una preferenza, rispetto al 2022, per gli acquisti in un negozio fisico in tutte le categorie di prodotti.
I consumatori gradiscono particolarmente fare acquisti di persona per i prodotti alimentari (64%) e l’abbigliamento (54%).
Anche la crescita online dei prodotti per salute e bellezza potrebbe rallentare. L’interesse globale per le farmacie online è diminuito dal 2022 al 2023, con il 48% dei consumatori che ha dichiarato di preferire l’acquisto di farmaci di persona. Tuttavia, questo non vale per tutti i mercati. In Germania, il numero di chi è disposto ad acquistare farmaci online è superiore a quello del 2022. Per quanto riguarda i prodotti per salute e bellezza, un terzo dei consumatori (32%) preferisce acquistare presso un negozio fisico rispetto al 31% dello scorso anno.
L’intelligenza artificiale è stata la notizia dell’anno e, ancora una volta, i consumatori hanno sentimenti contrastanti. Da un lato, ritengono che l’intelligenza artificiale possa migliorare le cose in molti settori, tra cui lo shopping online personalizzato.
Dall’altro, l’IA genera preoccupazioni. I lavoratori del settore retail stanno rapidamente acquisendo familiarità con l’IA, dato che il 43% afferma che si utilizza o si parla della nuova tecnologia sul posto di lavoro. Ma familiarità non significa necessariamente benessere. Molti lavoratori del settore (35%) ritengono che l’intelligenza artificiale sarà in grado di svolgere alcune o la maggior parte delle loro mansioni.
Non sono solo i lavoratori a essere scettici. Quando si parla di chatbot per il servizio clienti, lo scetticismo dei consumatori è palese. I chatbot del servizio clienti sono uno dei primi e più comuni casi di tecnologia IA rivolta ai consumatori, eppure il 29% di essi non riesce a immaginare un solo tipo di prodotto in cui i chatbot sarebbero utili. Solo il 14% ritiene che i chatbot possano aiutarli ad acquistare abbigliamento e solo l’11% li ritiene utili per l’assistenza sanitaria o i prodotti di bellezza.
Scetticismo verso la sostenibilità: è in discussione la buona fede delle politiche green dei marchi
In tutti i mercati analizzati, la maggior parte dei clienti giudica importanti i fattori ambientali. Molti hanno anche smesso di fare consapevolmente acquisti dannosi per l’ambiente (41%). Purtroppo, “consapevolmente” può rappresentare un notevole ostacolo perché un numero ancora maggiore di consumatori (44%) dichiara di non disporre di informazioni sufficienti per prendere una decisione informata sull’ecocompatibilità dei prodotti.
Questa mancanza di fiducia nelle loro conoscenze può essere legata a una sfiducia diffusa nei confronti dei marchi.
Più della metà dei consumatori intervistati (55%) non si fida delle dichiarazioni di sostenibilità della maggior parte dei marchi. Questa tendenza è particolarmente pronunciata in Paesi europei come la Francia (68%) e la Gran Bretagna (64%). La Cina e l’Indonesia professano una maggiore fiducia nei confronti delle dichiarazioni di sostenibilità dei marchi.
Anche se i marchi affermassero il vero sulla sostenibilità, il 45% dei consumatori continua a pensare che dare priorità alla sostenibilità sia responsabilità dei produttori e non dei singoli consumatori.
Pur essendo scettici nei confronti delle affermazioni dei marchi, la maggior parte dei consumatori globali (69%) è convinta che i prodotti ecologici siano più costosi. Inoltre, la metà di essi (50%) dichiara di dare la precedenza al prezzo rispetto alla sostenibilità quando si tratta di pagare. Di conseguenza, a fronte delle ristrettezze del bilancio familiare, molti clienti sono propensi a tagliare sull’abbigliamento (46%) così come sui prodotti sanitari (40%) e di bellezza (45%) ecologici.
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