Le disparità tra uomini e donne a livello lavorativo sono un fenomeno documentato, e l’Italia non ne è esente. Secondo il Global Gender Gap Report 2020, l’Italia si trova al 76esimo posto in una classifica di 156 Paesi in termini di Gender Gap Index, indice che tra le altre cose misura le differenze di genere nella partecipazione all’economia del Paese e le opportunità professionali disponibili.
La forma più discussa ed evidente di gender gap sul lavoro è quella di stipendio: differenza che influisce non soltanto sulla paga effettiva, ma anche sulla percezione che ognuno ha delle proprie possibilità di guadagno future.
Abbiamo chiesto agli Italiani attualmente non in pensione se pensano che potranno raggiungere determinate soglie di stipendio nel corso della loro vita. L’importo più basso era di 15.000 € all’anno, che il 40% degli intervistati dichiara di raggiungere o superare già oggi, mentre il 22% pensa che riuscirà ad arrivarci in futuro.
La metà degli italiani (51%) guadagna o pensa che guadagnerà fino a 20.000 € all’anno. Ma se invece si prende anche in considerazione il genere del lavoratore, emergono delle differenze: la maggior parte degli uomini raggiunge già o è sicuro di arrivare a questa cifra un giorno (68%), mentre neanche la metà delle donne ha questa certezza (37%).
Salendo ad un reddito annuale di 60.000 €, circa il 15% degli uomini ci arriva o pensa che ci arriverà, mentre è tre volte inferiore il numero di donne che può dire lo stesso (5%).
Le differenze di stipendio sono soltanto un aspetto del Gender Gap. L’effettiva possibilità di trovare un lavoro, o di riuscire a mantenerlo nel corso della vita, è un secondo lato meno evidente ma molto presente: la rappresentazione dei generi all’interno del mercato di lavoro italiano non è paritaria.
Infatti, per ogni soglia di reddito, abbiamo dato la possibilità di selezionare l’opzione “Non posso lavorare / Non penso che lavorerò mai”: soltalto il 3% degli uomini non pensionati lo ha selezionato,ma la percentuale sale al 14% nel caso delle donne.
L'esperienza vissuta al lavoro cambia per uomini e donne
Abbiamo presentato una serie di scenari, o situazioni che si possono verificare sul posto di lavoro, come ad esempio ricevere valutazioni positive o premi, chiedendo a chi è attualmente impegato se sia mai successo loro, ed in caso positivo se credono sia successo a causa del proprio genere.
Promozioni, aumenti di stipendio e responsabilità di seguire dei progetti sono le opportunità che più uomini che donne dichiarano di aver avuto: rispettivamente, 14%, 13% e 12% sono le differenze rispetto al numero di donne che si sono trovate in queste situazioni.
E sono gli uomini stessi a riconoscere di aver ottenuto alcuni vantaggi a causa del proprio genere - oltre che promozioni e responsabilità, anche possibilità di esprimere la propria opinione in discussioni aperte è stata ottenuta, secondo loro stessi, grazie al fatto di essere uomini.
In quali situazioni è più probabile si trovino le donne al lavoro?
La prima differenza riguarda i commenti sull’aspetto fisico, che quasi la metà delle donne ha ricevuto almeno una volta durante la propria carriera (49% vs il 39% degli uomini). Non mancano domande sull’intenzione di avere figli (34% vs 26%) o dubbi relativi all’impegno verso il lavoro a causa della famiglia (32% vs 28%). Infine, l’esperienza non piacevole di essere trattati con superiorità coinvolge molto entrambi, anche se in misura maggiore le donne (64% vs 60%), ma con una differenza: il 50% delle donne sente di esserne stata vittima a causa del proprio genere, rispetto al 28% degli uomini.
Metodologia |
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Il sondaggio è stato effettuato online, su un panel proprietario di YouGov. I dati sono ponderati per essere rappresentativi della popolazione adulta italiana. Interviste condotte tra il 7 e l'11 Agosto 2020 su un campione di 3301 persone rappresentative della popolazione italiana (18+). |