8 italiani e italiane su 10 concordano: le dosi in eccesso del vaccino anti-COVID 19 devono essere condivise, perché solo debellando il virus ovunque, si porrà fine alla pandemia. Questa situazione emergenziale necessita una risposta che vada oltre i confini e le differenze di redditi nazionali (85%), con un’immunizzazione che dia la priorità alle categorie di persone più vulnerabili e a rischio davanti alla minaccia del virus (83%).
Questi sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio realizzato dall’organizzazione anti-povertà The ONE Campaign in collaborazione con YouGov: l’opinione pubblica italiana rifiuta il cosiddetto “nazionalismo dei vaccini", sostenendo invece gli sforzi per assicurarsi che l’immunizzazione non incontri nessun ostacolo nell’accessibilità e nella distribuzione diffusa.
Tra coloro che hanno risposto, 9 italiani e italiane su 10 pensano che, per porre fine alla pandemia, i vaccini debbano essere distribuiti in tutto il mondo in modo efficace. Questo risultato è in contrasto con la realtà attuale, dove solo una piccola parte delle dosi somministrate a livello globale è andato a persone che vivono in paesi a basso reddito. ONE ha calcolato che tutti i paesi del G7 hanno acquistato una quantità di vaccini non soltanto necessaria per inoculare e proteggere la propria intera popolazione, ma anche a mettere da parte oltre 1 miliardo di dosi in eccesso come scorta.
Martina Nuti, responsabile dell’advocacy di ONE Italia, ha dichiarato: “La pandemia non finirà con il vaccino anti-COVID 19, ma quando tutti, ovunque ne avranno accesso. Gli italiani e le italiane capiscono chiaramente la necessità di una risposta globale per affrontare questa crisi: senza un’immunizzazione diffusa, il virus continuerà a mutare ed evolversi, prolungando la durata di questa crisi emergenziale e causando oltre il doppio delle morti attualmente registrate. I leader mondiali non solo devono coordinarsi strategicamente, ma anche mettere a disposizione le risorse necessarie a finanziare una risposta globale, che sostenga le iniziative multilaterali esistenti”.
I dati dimostrano che la maggioranza degli italiani e italiane (88%) concordano sulla necessità di una maggiore collaborazione internazionale, su scala globale, per rispondere all’attuale pandemia e simili minacce nel futuro.
Martina Nuti ha continuato: “2 italiani su 3 ritengono che l’Italia debba dimostrare maggiore solidarietà verso i paesi più vulnerabili attraverso la cooperazione internazionale. Il governo italiano deve rispondere alla chiamata dei suoi cittadini. Nel suo ruolo di presidenza del G20, l’Italia deve agire ambiziosamente e concretamente affinché la distribuzione di vaccini non segua una battuta d’arresto e il Global Health Summit, che si terrà a Roma la prossima settimana, sarà l’occasione per farlo. Ci aspettiamo che i leader mondiali che si ritroveranno in quell’occasione agiscano per garantire un’immunità di gregge su scala globale entro il prossimo anno. Questo significa che l’Italia deve aumentare i finanziamenti per garantire un accesso globale ai vaccini e ai trattamenti per COVID-19 a livello globale, e stilare un piano di condivisione delle dosi di vaccino in eccesso, scadenzato ed operabile in parallelo all’immunizzazione su scala nazionale per garantire la distribuzione di tali scorte entro la fine di quest’anno”.
Metodologia
Il sondaggio è stato realizzato da YouGov per conto di The ONE Campaign. Il sondaggio si è svolto online tra il 20 e il 21 aprile, coinvolgendo 1036 persone di diverse fasce d’età, un dato ponderato e rappresentativo della popolazione italiana.
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ONE Campaign
ONE è un’organizzazione che opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà estrema e le malattie prevenibili, soprattutto in Africa. Apolitica, ONE mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’AIDS e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’istruzione, l’agricoltura, la sanità e l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà. Per saperne di più visita: one.org