Overtourism: cosa ne pensano gli europei

YouGov
ottobre 01, 2024, 10:53 AM GMT+0

Gli spagnoli credono che la presenza dei turisti nel proprio Paese abbia oltrepassato ogni limite, alimentando una percezione negativa dell’intero settore turistico da parte della popolazione.

Negli ultimi anni le preoccupazioni rispetto alla insostenibilità del numero di turisti che afollano le principali destinazioni sono in aumento, in località come Barcellona e le Canarie i cittadini hanno iniziato delle vere e proprie attività di protesta per combattere gli effetti negativi del fenomeno denominato “overtourism”. Tra le principali conseguenze del fenomeno si annovera l’incremento del costo delle case, le quali vengono in genere convertite in case vacanza, così come l’aumento generale del costo della vita o addirittura problematiche legate all’approvigionamento di risorse idriche.

Il nuovo studio di YouGov Eurotrack, che comprende la Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia, analizza ciò che gli europei pensano del fenomeno.

La Spagna è generalmente considerata una delle nazioni maggiormente colpite dall’overtourism, e i risultati dello studio non fanno altro che confermarlo. Quasi metà degli spagnoli (49%) confermano la presenza di una grande quantità di turisti internazionali, con un 32% che considera i turisti essere in troppi nei pressi delle proprie aree di residenza. A seguire, solo il 18% dei francesi e il 16% degli italiani avvertono che la presenza dei turisti nei propri Paesi sia eccessiva.

D’altro canto, tra i britannici, danesi e svedesi questo dato rappresenta solo il 5-7%.

Approfondendo i dati riguardanti la Spagna, è evidente che chi vive in Catalogna, ben il 48% infatti, percepisce l’eccessiva presenza dei turisti.

Pertanto, a causa delle conseguenze provocate dall’overtourism, una parte di spagnoli (28%) confermano di avere una visione negativa del turismo internazionale. Questi dati, ancora una volta, presentano un notevole stacco con la percezione che gli abitanti degli altri Paesi del continente dimostrano: in seconda posizione la Francia, in cui solo il 16% afferma di avere una percezione negativa, la Germania con il 14%, a seguire la Gran Bretagna con il 13% e l’Italia con l’11%, in ultima posizione la Svezia con solo il 6%.

Analizzando le attitudini rispetto ai diversi settori dell’industria del turismo, quello degli alloggi provoca particolare disagio agli spagnoli. Pertanto, recentemente il governo spagnolo ha annunciato un aumento dei controlli su le sudette proprietà, mentre la città di Madrid bloccherà temporaneamente il rilascio di nuove licenze per locazioni turistiche.

I nostri risultati dimostrano che più di un terzo degli spagnoli (37%) crede che le vacanze portino più svantaggi che benefici, con ben il 45% che rivela di avere una visione negativa dell’argomento.

In seconda posizione, solo il 21% dei britannici dimostra questa attitudine negativa nei confronti del settore, considerandolo addirittura dannoso, mentre il 33% lo percepisce in termini negativi.

Quando detto sugli spagnoli, però, non si conferma per il settore alberghiero, per cui solo il 21% ha una visione negativa, percentuale simile ad altri Paesi, come la Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna (18-19%).

Un altro tema molto controverso del settore turistico è quello delle crociere. In questo caso, gli spagnoli hanno fra tutti una visione più positiva, cosa che non avviene in Germania. Più di 4 tedeschi su 10 (44%) dichiarano che il mercato delle crociere porti più svantaggi che altro, e il 45% conferma di avere una visione negativa del settore. I francesi, allo stesso modo, tendono ad avere una considerazione sfavorevole del mondo delle crociere (47%), anche se sono meno propensi a percepirlo come dannoso (33%).

La percezione del settore del turismo e su quello alberghiero è abbastanza positiva per la maggioranza dei cittadini dei Paesi presi in analisi. Lo stesso è stato addirittura riscontrato nei confronti del settore del trasporto aereo.

In Europa quali misure di contrasto all’overtourism verrebbero appoggiate?

Per contrastare l’eccessiva presenza di turisti nella città di Barcellona, i suoi abitanti sono da poco finiti su tutte le prime pagine per aver usato pistole ad acqua contro i visitatori. Anche i residenti delle altre città europee non si reputano indifferenti al problema dell’overtourism, affermando di trovarsi d’accordo con quanto fatto a Barcellona, nello specifico in Italia il 53% si è dichiarato favorevole e i Spagna il 66% ha fatto lo stesso.

Ma il sostegno verso le proteste si estendono a supportare le misure di contrasto all’overtourism? Diverse giurisdizioni in giro per il mondo hanno proposto o già implementato delle politiche designate a risolvere il problema. Ma quali hanno il supporto dell’opinione pubblica?

In cima alla lista, tra le politiche sopra menzionate, c’è l’obbligo per i turisti di prenotare, in anticipo, l’accesso alle principlai attrazioni, come ad esempio avviene per il Colosseo a Roma o ancora il Louvre a Parigi. La maggior parte delle persone intervistate (57-56%) ha affermato che supporterebbe questo tipo di iniziativa per contratare l’overtourism.

Almeno metà degli abitanti dei Paesi analizzati (50-62%) sarebbe d’accordo nel rendere i principali siti turistici a numero chiuso, come già avviene all’Acropoli di Atene o a Machu Picchu in Perù.

Anche l’iniziativa di vietare la costruzione di nuovi hotel nei pressi dei principali siti di attrazione turistica pare essere vista di buon occhio da buona parte dei residenti, come già annunciato lo scorso aprile ad Amsterdam. Mentre in alcuni Paesi il supporto a questa politica scende sotto il 50% (46-58%), in tutti i casi l’approvazione supera di grand lunga l’opposizione.

Quella di implementare una “tourist tax” per accedere alla città più popolari, come d’altronde avviene già a Venezia, è una misura abbastanza divisiva. Se tendenzialmente abbastanza popolare nella maggior parte di Paesi, separa l’opinione pubblica italiana, di cui il 45% la supporta contro un 46% che si trova in disaccordo.

I Paesi applicano politiche differenti sugli affitti brevi nelle località turistiche più gettonate. Mentre il supporto a queste misure di contrasto è chiaro in Gran Bretagna, Spagna, Danimarca e Germania, in Francia la popolazione è quasi equamente divisa, mentre gli italiani e svedesi si pongono per la maggiore in opposizione a tali iniziative.

Per concludere, l’ultima politica analizzata, ossia quella di vietare le visite giornaliere, come avviene nella città austriaca di Salzburg, trova quasi pienamente opposizione in ogni Paese, in particolare in Gran Bretagna, in cui il 70% è contrario.