L'Italia è famosa in tutto il mondo per la sua bellezza, la cultura e il cibo, attirando ogni anno milioni di turisti da tutto il mondo. Tuttavia, un'analisi recente ha rivelato una percezione sorprendente tra gli italiani: nonostante la presenza di un numero elevato di visitatori, molti ritengono che il flusso turistico non sia sufficiente rispetto alle potenzialità del paese. Al contrario, i vicini spagnoli sembrano avere un'opinione diversa, pensando che la presenza dei turisti abbia oltrepassato ogni limite, alimentando una percezione negativa dell’intero settore da parte della popolazione.
Negli ultimi anni le preoccupazioni rispetto alla insostenibilità del numero di turisti che affollano le principali destinazioni sono in aumento, in località come Barcellona e le Canarie i cittadini hanno iniziato delle vere e proprie attività di protesta per combattere gli effetti negativi del fenomeno denominato “overtourism”. Tra le principali conseguenze del fenomeno si annoverano l’incremento del costo delle case, le quali vengono in genere convertite in case vacanza, così come l’aumento generale del costo della vita o addirittura problematiche legate all’approvigionamento di risorse idriche.
Il nuovo studio di YouGov Eurotrack, che comprende la Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia, analizza ciò che gli europei pensano del fenomeno.
L'Italia, pur essendo una delle destinazioni turistiche più amate al mondo, sembra non risentire della stessa intensità di overtourism rispetto ad altri paesi, infatti il 31% degli intervistati non ritiene che la la presenza dei turisti sia sufficiente. Conseguentemente, solo il 16% degli italiani percepisce la presenza dei turisti come eccessiva nelle proprie aree di residenza. Questo dato si confronta con il 18% dei francesi e con le cifre più elevate della Spagna, dove quasi la metà della popolazione (49%) riconosce un alto afflusso di visitatori internazionali e il 32% ritiene che ci siano troppi turisti nelle loro località. Queste differenze suggeriscono una visione meno critica da parte degli italiani riguardo al turismo nel proprio paese.
D’altro canto, tra i britannici, danesi e svedesi questo dato rappresenta solo il 5-7%.
A causa delle conseguenze dell’overtourism, una parte degli italiani (11%) ha sviluppato una visione negativa del turismo internazionale. Questo dato è particolarmente interessante se confrontato con le percezioni dei cittadini di altri Paesi europei: in Francia, solo il 16% ha una visione negativa, seguita da Germania (14%) e Gran Bretagna (13%). In cima alla lista, però, troviamo la Spagna, dove il 28% degli abitanti esprime un'opinione sfavorevole sul turismo. In fondo alla scala, la Svezia mostra il minor malcontento, con solo il 6%.
Molti in Italia percepiscono il settore del trasporto aereo come particolarmente problematico, mentre in Germania molti si reputano scettici nei confrondi dell’industria delle crociere.
Analizzando le attitudini rispetto ai diversi settori dell’industria del turismo, gli italiani tendono ad avere una visione più negativa rispetto a quello del trasporto aereo (27%), delle crociere (27%) e degli alloggi turistici (30%). Sull’ultimo punto anche gli spagnoli hanno espresso particolare disagio, infatti il governo ha recentemente annunciato un aumento dei controlli sulle sudette proprietà, mentre la città di Madrid bloccherà temporaneamente il rilascio di nuove licenze per locazioni turistiche.
In Italia, il mercato degli affitti a breve termine non è visto come così dannoso: solo il 15% della popolazione ritiene che comporti più svantaggi che vantaggi. Al contrario, oltre un terzo degli spagnoli (37%) crede che crei più problemi, con il 45% che ha una visione negativa della questione. Tra i britannici, solo il 21% mostra un atteggiamento negativo verso questo settore, considerandolo dannoso, mentre il 33% lo percepisce in modo sfavorevole.
Quanto detto sugli spagnoli, però, non si conferma per il settore alberghiero, per cui solo il 21% ha una visione negativa, percentuale simile ad altri Paesi, come la Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna (18-19%).
Un altro tema molto controverso del settore turistico è quello delle crociere. In questo caso, gli spagnoli hanno fra tutti una visione più positiva, cosa che non avviene in Germania. Più di 4 tedeschi su 10 (44%) dichiarano che il mercato delle crociere porti più svantaggi che altro, e il 45% conferma di avere una visione negativa del settore. I francesi, allo stesso modo, tendono ad avere una considerazione sfavorevole del mondo delle crociere (47%), anche se sono meno propensi a percepirlo come dannoso (33%).
La percezione del settore del turismo e di quello alberghiero è abbastanza positiva per la maggioranza dei cittadini dei Paesi presi in analisi.
In Europa quali misure di contrasto all’overtourism verrebbero appoggiate?
Per contrastare l’eccessiva presenza di turisti nella città di Barcellona, i suoi abitanti sono da poco finiti su tutte le prime pagine per aver usato pistole ad acqua contro i visitatori. Anche i residenti delle altre città europee non si reputano indifferenti al problema dell’overtourism, affermando di trovarsi d’accordo con quanto fatto a Barcellona, nello specifico in Italia ben il 53% si è dichiarato favorevole.
Il sostegno alle proteste include anche il supporto per le misure contro l'overtourism? Diverse giurisdizioni in tutto il mondo hanno proposto o già attuato politiche destinate a affrontare il problema. Ma quali di queste godono del supporto dell'opinione pubblica?
In cima alla lista delle misure citate c'è l'obbligo per i turisti di prenotare in anticipo l'accesso alle principali attrazioni, come il Colosseo a Roma o il Louvre a Parigi. La maggior parte degli intervistati (57-56%) ha dichiarato di sostenere questa iniziativa per contrastare l'overtourism.
Almeno la metà degli abitanti dei Paesi analizzati (50-62%) sarebbe favorevole a limitare l'accesso ai principali siti turistici, come già avviene all'Acropoli di Atene o a Machu Picchu in Perù.
Anche l'idea di vietare la costruzione di nuovi hotel nei pressi delle attrazioni principali sembra essere ben accolta dalla maggior parte dei residenti, come annunciato lo scorso aprile ad Amsterdam. Sebbene in alcuni Paesi il supporto per questa politica scenda sotto il 50% (46-58%), in tutti i casi l'approvazione supera di gran lunga l'opposizione.
Quella di implementare una “tourist tax” per accedere alla città più popolari, come d’altronde avviene già a Venezia, è una misura abbastanza divisiva. Se tendenzialmente abbastanza popolare nella maggior parte di Paesi, separa l’opinione pubblica italiana, di cui il 45% la supporta contro un 46% che si trova in disaccordo.
I Paesi adottano politiche diverse riguardo agli affitti brevi nelle località turistiche più popolari. Mentre il supporto per queste misure è evidente in Gran Bretagna, Spagna, Danimarca e Germania, in Francia l'opinione pubblica è quasi equamente divisa, mentre italiani e svedesi si oppongono maggiormente a tali iniziative.
Infine, l'ultima politica esaminata, che prevede il divieto delle visite giornaliere, come già avviene nella città austriaca di Salisburgo, incontra una forte opposizione in tutti i Paesi, in particolare in Gran Bretagna, dove il 70% della popolazione è contraria.