Quasi 8 persone su 10, almeno una volta nella vita, si sono poste dei buoni propositi all'inizio dell'anno. Rispettarli richiede però forza di volontà, di cui non tutti sono forniti, e forse anche di qualche altra dote.
Infatti, chiedendo al 77% di italiani che si sono mai posti dei buoni propositi di fare una autovalutazione della propria capacità di rispettarli e portarli a compimento, emerge che il 17% di "virtuosi" si dà un voto da 10 (che indica di essere riuscito a rispettare perfettamente i propositi) ad 8. La maggior parte invece si colloca in una posizione intermedia, assegnandosi un voto da 7 a 3, mentre una piccola parte (10%) ammette di non essere stato molto bravo, autovalutandosi con punteggi da 2 a 10 (0 indica "non sono riuscito/a affatto a rispettarli").
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Chi sono i virtuosi dei buoni propositi?
YouGov Profiles ci fornisce un profilo attitudinale delle persone che si dimostrano ligie alle promesse fatte a sé stessi, confrontandole con i punteggi medi della popolazione nazionale italiana maggiorenne.
Innanzi tutto, si tratta di persone che non temono le sfide. Il 44% di chi appartiene a questo gruppo infatti dice di cercare situazioni per mettersi alla prova, in misura maggiore rispetto alla media nazionale (in cui è il 33% a dire lo stesso), ed allo stesso tempo non temono di correre rischi (42% vs 31%). In effetti, un proposito può essere visto come una sfida contro sé stessi, il cui fallimento è un rischio sempre dietro l'angolo.
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Altro tratto distintivo di questo gruppo di persone è il possedere una percezione di maggiore controllo sulla propria vita e sulla società, e la consapevolezza di sapere quali sono i meccanismi che la muovono e chi gioca un ruolo importante nei cambiamenti.
Infatti, è più probabile che siano in disaccordo con affermazioni come "non posso fare molto per cambiare la mia vita" (38% di persone in disaccordo, rispetto al 30% nazionale), e più inclini a dire "Credo che le persone come me abbiano il potere di contribuire a indurre importanti cambiamenti in grado di plasmare il futuro" (59% vs 48%).
Questo tipo di consapevolezza verso le proprie potenzialità di controllo di vari aspetti della propria vita è coerente con il maggiore livello di confidenza che queste persone possiedono rispetto alla media nazionale.
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L'idea di poter controllare la propria vita si traduce in azioni concrete per farlo. Quasi 9 su 10 dicono di sforzarsi per diventare una persona migliore (rispetto agli 8 su 10 di media nazionale), e lo fanno ad esempio attraverso un'alimentazione salutare e l'esercizio fisico regolare (75% e 68%).
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Infine, vediamo che si tratta di persone mediamente più soddisfatte della propria vita, più "realizzate" ed entusiaste per il proprio futuro.
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Questo significa che le persone più felici sono più inclini ad assumersi dei rischi, porsi degli obiettivi e rispettarli, oppure che, al contrario, chi possiede livelli di disciplina tali da riuscire a portare a compimento i propri propositi è di conseguenza più felice? Che si tratti di un rapporto causa-effetto o di sola correlazione tra questi due aspetti, purtroppo non è possibile dirlo con certezza.