La lotta al sessismo parte dalla sua identificazione: cosa è sessista? Il sessismo può avere risvolti più o meno impliciti nella vita quotidiana, che potrebbero essere soggetti all’interpretazione personale.
Abbiamo chiesto ad un campione di oltre 1000 italiani maggiorenni se alcuni scenari, dei più svariati contesti, siano o no una forma di sessismo.Le risposte mostrano in generale una maggiore sensibilità delle donne, che considerano tutti gli scenari come forme di sessismo in misura maggiore rispetto agli uomini.
Il linguaggio di tutti i giorni, ma anche i termini usati dai media ed il modo in cui essi descrivono persone e situazioni, sono uno degli ambiti più evidenti in cui il sessismo si manifesta. Ad esempio, la colpevolizzazione più o meno diretta della vittima di un crimine (spesso passionale o sessuale), anche detto victim blaming, per la quasi totalità delle donne è sessista (91%), un po’ meno per gli uomini (77%).
Sempre nell’ambito della comunicazione, l’uso del nudo anche quando non necessario ai fini della comunicazione vede uno scarto di 16% tra i due sessi (87% donne vs 71% uomini), così come anche la rappresentazione sessualizzata di una persona in TV (86% vs 72%).
La divergenza di opinioni tra uomini e donne su cosa sia o no sessista emerge in tutti gli scenari esaminati. Sul luogo di lavoro, al primo posto in modo unanime si trovano “Annunci di lavoro in cui le persone di un genere vengono escluse/ scoraggiate a candidarsi”, scenario ritenuto sessista dalla maggior parte delle persone, ma lo scarto tra uomini è donne è ampio (91% delle donne vs il 78% degli uomini). La scarsa presenza di persone di un genere in ruoli decisionali e di responsabilità, sia in ambito pubblico che privato, vede uno scarto di quasi 20 punti tra le donne che lo ritengono uno scenario sessista (88%) e uomini che si trovano d’accordo (67%).
Nell’ambito della famiglia, l’assunzione che la cura dei figli e le responsabilità domestiche spettino ad una persona per via del suo genere sono forme di sessismo sia per uomini che per le donne, ma nel caso del genere femminile lo scarto è di 16% e 17% rispettivamente per la cura dei figli e della casa.
Ancora più divergenti sono le opinioni quando si tratta di bambini: indirizzarli a giochi specifici a causa del loro genere, o giocattoli specificamente rivolti ad un genere (con diciture bambino/bambina o con fotografie) sono forme di discriminazione principalmente secondo le donne: il primo per 7 su 10, il secondo per oltre 6 su 10. Ma lo scarto rispetto alle opinioni degli uomini è molto grande: in entrambi i casi, il 30% in meno degli uomini pensa che questi scenari siano forme di discriminazione basate sul genere.
Ma se sessismo è un termine che indica genericamente una discriminazione o un trattamento diverso in senso peggiorativo, sulla base del genere, è vero che sono le donne ad esserne le principali vittime?
Abbiamo chiesto allo stesso gruppo di persone se pensino che ciascuno scenario accada più spesso alle persone di genere femminile, maschile, o se credono accada in misura uguale ad entrambi.
Nell’ambito dei media ad esempio, le donne sono l’oggetto primario di rappresentazioni sessualizzate (l’82% dice che succede principalmente alle donne, il 4% agli uomini, 12% che succede ad entrambi in uguale misura) e di pubblicità che utilizzano nudo quando non necessario. La colpevolizzazione delle vittime di crimini accade prevalentemente alle donne (56%) ma non soltanto (secondo il 20% succede prevalentemente agli uomini, per il 18% ad entrambi nella stessa misura.
Sul luogo di lavoro, oltre ai commenti sull’aspetto fisico che sono quasi esclusivamente rivolti alle donne, le donne sono anche più frequentemente oggetto di dubbi relativi alla voglia di intraprendere ruoli di responsabilità a causa di impegni familiari attuali o futuri (68% rispetto al 7% degli uomini). Forse correlata è quindi la minore presenza di donne in ruoli dirigenziali (67% pensa che le donne siano più spesso sottorappresentate).
In ambito familiare, se abbiamo visto che dare per scontato che la cura della casa e dei figli spetti a qualcuno per via del proprio genere sia sessista, secondo la maggior parte delle persone l’aspettativa di cura ricade sulle donne (75% per le responsabilità domestiche, 71% per i figli).
Infine riguardo i bambini, se abbiamo visto che soltanto le donne sono inclini a considerare indirizzarli a giochi specifici a causa del loro genere, o giocattoli specificamente rivolti ad un genere forme di sessismo, qui forse ne capiamo il motivo: la maggior parte delle persone (65% e 68%) pensa che succeda ai bambini di entrambi i generi in uguale misura. Questo però non toglie che entrambe le azioni siano motivate dal solo genere del bambino.
Metodologia. |
---|
Il sondaggio è stato effettuato online, su un panel proprietario di YouGov. I dati sono ponderati per essere rappresentativi della popolazione adulta italiana. Interviste condotte a Gennaio 2020 su un campione di 1017 persone rappresentative della popolazione italiana (18+). |