Prima dell’invasione russa del 23-24 febbraio 2022, YouGov aveva cominciato a esplorare l’atteggiamento di italiani e altri europei in merito alla situazione in Ucraina. Già allora gli italiani erano risultati tra i meno propensi a favorire una soluzione militare. Una posizione confermata anche dopo l’inizio dell’invasione russa: nonostante il supporto per le sanzioni economiche e una percezione della NATO in miglioramento, l’Italia è rimasta tra i meno favorevoli in Europa alle forniture di armi.
A un anno dall’invasione, queste caratteristiche del nostro paese non sono cambiate. A questo si aggiunge il fatto che gli italiani non vedono una soluzione militare all’orizzonte, e sembrano prediligere un approccio diplomatico.
Nessuna conclusione in vista
Solo una netta minoranza dei nostri connazionali pensa che uno dei due schieramenti in campo stia “vincendo” questa guerra: un quarto pensa che la Russia sia in vantaggio e solo il 6% ritiene che l’Ucraina sia in vantaggio. Per contro, il 23% non saprebbe dire chi stia vincendo, e quasi la metà (47%) afferma che nessuno sta vincendo.
Forse proprio per questo i più ritengono che tra un anno la situazione non si sarà risolta: il 50% pensa che a un anno da oggi Russia e Ucraina saranno ancora in guerra, contro il 15% che pensa che le forze russe si saranno ritirate e il 10% che pensa che invece l’Ucraina sarà sconfitta; un quarto non sa esprimersi.
Il supporto attuale è insufficiente, ma l’aiuto auspicato non è militare
È una minoranza a ritenere che le attuali misure di supporto all’Ucraina siano abbastanza per impedire una vittoria russa: solo il 24% lo pensa, di cui solo l’8% ritiene queste misure “più che sufficienti”. Per contro, il 48% ritiene l’attuale supporto insufficiente o non proprio sufficiente.
Tuttavia, questo non si traduce in un’approvazione di qualsiasi tipo di aiuto. Se è vero che la maggioranza favorirebbe un mantenimento o incremento delle attuali sanzioni economiche contro la Russia, d’altra parte le misure che rischiano di portare a un’escalation trovano stabilmente più contrari che favorevoli: dagli attacchi informatici (35% favorevoli, 39% contrari), all’invio di armi aggiuntive (33% favorevoli, 47% contrari), fino ad arrivare alle più osteggiate ipotesi di attacchi aerei e invio di truppe in Ucraina, che trovano solo uno su cinque favorevole e oltre la metà contraria.
È interessante notare come, a dispetto della linea filo-ucraina del governo, gli elettori del centrosinistra sono più favorevoli di quelli del centrodestra ad aumentare il supporto all’Ucraina: in particolare, riguardo alla fornitura di altre armi, il 51% degli elettori PD, AVS e +Europa è favorevole, contro il 33% di chi ha votato centrodestra e il 24% dei votanti 5 Stelle.
La via diplomatica viene preferita dagli italiani
Si è spesso parlato di due principali approcci per la risoluzione del conflitto: uno basato sul supporto incondizionato all’Ucraina fino al ritiro completo dei russi, anche a costo di una guerra più lunga, e un altro che spinga per una pace negoziata, anche a costo di alcune concessioni territoriali. Gli italiani prediligono il secondo, con il 47% che auspica una pace negoziata, contro il 29% che preferirebbe un supporto fino al completo ritiro russo. Ancora una volta, sono gli elettori del centrosinistra i più propensi alla linea ferma: il 45% la preferisce alla pace negoziata (39%). Tutti gli altri – centrodestra, M5S e “altri”, in cui i partiti di centro (IV e Azione) sono azionisti di maggioranza – favorirebbero il negoziato.
Nota Metodologica
Questo report è stato realizzato utilizzando dati rilevati tramite metodologia Omnibus con rappresentatività politica.
YouGov ha intervistato, in modalità CAWI, un campione di 1021 rispondenti, appartenenti al panel proprietario YouGov e rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne, in termini di sesso, area geografica, età, livello di istruzione e affiliazione politica (Elezioni 2022).
Il sondaggio è stato condotto dal 9 al 17 febbraio 2023.
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