A gennaio, un mese prima dell’invasione che ha portato al riaccendersi del conflitto russo-ucraino, YouGov aveva indagato gli atteggiamenti e le opinioni degli europei riguardo alle crescenti tensioni. Ne era emerso che, nonostante l’invasione russa fosse ritenuta una prospettiva abbastanza probabile, italiani e tedeschi erano i meno propensi ad affermare che il loro paese dovesse essere pronto a usare la forza per difendere l’Ucraina.
Quasi due mesi dopo e a fronte dei recenti avvenimenti, alcune delle posizioni dei rispondenti europei sono cambiate (ad esempio il loro atteggiamento nei confronti della NATO). Tuttavia, anche a fronte di un supporto per sanzioni più dure, la contrarietà a soluzioni militari rimane.
Europei ampiamente favorevoli alle sanzioni
In tutti i principali paesi dell’Unione Europea, nel Regno Unito e negli USA, si registra un forte supporto per le sanzioni appplicate finora. Solo una netta minoranza le ritiene eccessive: si va dal 4% dei britannici al 15% dei tedeschi, passando per il 13% degli italiani. Tra un quarto e un terzo dei rispondenti pensa invece che le sanzioni applicate finora siano adeguate. La maggioranza relativa pensa però che quanto fatto non sia ancora sufficiente: è il caso del 55% dei britannici e degli spagnoli, del 45% dei tedeschi e del 38% dei francesi. L’Italia è l’unico paese in cui la quota di rispondenti soddisfatti delle sanzioni attuali supera quella di chi le ritiene insufficienti: il 39% le ritiene adeguate, contro il 34% che pensa non sia stato fatto abbastanza.
Quali misure ricevono il maggior supporto?
Danneggiare gli interessi economici russi nei paesi europei rimane la soluzione accolta con più favore dai rispondenti, con un saldo netto tra favorevoli e contrari positivo ovunque (+37% in Italia). Influenzare media e politiche russofone è un’altra possibilità: incoraggiare gli ucraini russofoni a non collaborare con le truppe russe, così come fornire supporto agli oppositori politici di Putin, sono soluzioni che ricevono una generale approvazione da parte dei rispondenti. Anche alcune misure aggressive sono supportate, quali i cyber-attacchi per limitare le capacità militari russe.
Quando si tratta di un diretto coinvolgimento militare, però, le cose cambiano: coordinare attacchi aerei contro obiettivi russi in Ucraina viene bocciato, con un saldo netto di -16% nel Regno Unito, paese più favorevole, e di -47% in Italia, il paese più contrario. Anche per quanto riguarda l’invio di forze europee in Ucraina, il saldo tra favorevoli e contrari è negativo in tutti i paesi.
La stessa Unione Europea ha finora evitato ogni intervento diretto, in favore di soluzioni alternative quali inviare di armi all’Ucraina. Questa soluzione sembra essere vista positivamente nella maggior parte dei paesi UE e nel Regno Unito, ma non in Italia, dove l’argomento è molto divisivo: il saldo è -1%, dato da un 42% di favorevoli e un 43% di contrari.
Scarso supporto per una “no-fly zone”
Infine, un’altra tipologia di intervento ipotizzata, richiesta dal presidente ucraino Zelensky ma non attuata dalla NATO, è l’imposizione di una “no-fly zone”, ovvero impedire agli aerei militari russi di sorvolare il territorio ucraino, a costo di doverli abbattere. Gli europei si mostrano generalmente concordi con la scelta presa finora dalla NATO di non adottare questa soluzione: tra i paesi intervistati, solo in Spagna il supporto per la no-fly zone è maggiore dell’opposizione; in Italia, a fronte di un 26% di favorevoli, si riscontra un 61% di contrari.
Nota Metodologica
Questo report è stato realizzato utilizzando dati rilevati tramite metodologia Omnibus con rappresentatività politica.
YouGov ha intervistato, in modalità CAWI, un campione di 1021 rispondenti, appartenenti al panel proprietario YouGov e rappresentativi della popolazione italiana di età 18+, inclusa rappresentatività politica (PolRep).
Il sondaggio è stato condotto dal 15 al 21 marzo 2022.
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